Svalbard alle spalle riusciamo ad arrivare sani e salvi in Islanda.
Ma non prima di una comoda attesa di venti ore nell’aeroporto di Oslo e una notte passata dormendo in un fortino costruito con i cartoni delle bici (e le relative bici dentro).
Atterrati a Reykjavik ci accorgiamo di possedere un’inaspettata scorta di karma positivo, che conduce a una serie di eventi favorevoli che iniziano alla nostra uscita dall’aeroporto.
#13 : Il nostro Hokkaido: Da Hakodate a Capo Soya e la fine del viaggio.
Dopo qualche ora di traghetto in compagnia degli altri viaggiatori conosciuti ad Aomori, abbiamo sentito l'altoparlante dire : "Stiamo attraccando ad Hakodate, si prega di prepararsi per scendere dal traghetto".
E via di incredulità, con un pizzico di commozione.
Eravamo appena "tornati" nel nostro Hokkaido, dove entrambi abbiamo vissuto per quasi due anni. Con l'unica differenza che, questa volta, ci eravamo arrivati in bicicletta.
#12 : Niigata, Akita e Aomori. Le grandi pedalate.
L'arrivo a Niigata è stato carico di entusiasmo: finalmente eravamo giunti sull'altro versante del Giappone, avevamo attraversato le alpi giapponesi ed eravamo pronti a goderci la città per un paio di giorni di riposo. Peccato però che tutto quell'entusiasmo non abbia trovato alcun riscontro : per dirla in poche parole, a Niigata non c'è niente. NIENTE.
#11 : Storie di montagna, da Tokyo a Niigata.
E così, dopo i nostri 6 giorni a Tokyo a fare tutto quello che un turista non farebbe mai (ed evitare quasi tutte le cose turistiche possibili e immaginabili), siamo montati in sella alle nostre Specialized Tricross e siamo partiti; direzione : le alpi giapponesi e la città sull'altro versante del Giappone, Niigata.
#10 : Come spendere 518400 secondi a Tokyo.
Dove eravamo rimasti?
Ah già, Atsugi, estrema periferia di Tokyo. No, sul serio, ESTREMA. Vi basti sapere che il diametro dell'area urbana di Tokyo supera ampiamente i 100 km quindi quando dico periferia intendo quello che per noi italiani può tranquillamente essere "il capoluogo della regione a fianco".
#09 : Tutte le strade portano a Tokyo...
#08 : Ancora grandi città : Kyoto e Nagoya
Ahhh, Kyoto. Finalmente!
Appena arrivati in città, siamo subito stati accolti da una megasorpresa : Chiara, Federica e Orsola, tre nostre ex compagne di corso a Venezia ci hanno contattato la sera prima e ci hanno delicatamente imposto di passare a trovarle, offrendoci un comodissimo pavimento per i sacchi a pelo, una grandiosa doccia e soprattutto, una fantastica serata insieme!
#07: Le prime grandi città. Osaka e Nara
La sera prima di arrivare a Osaka ci siamo fermati a Takarazuka.
Perchè?
Perchè è la città dove ha vissuto il RE. No, non Elvis, non quel Re. Sto parlando di Osamu Tezuka, il Re del fumetto giapponese.
#06: Dal deserto alla neve. Onomichi, Tottori e ritorno.
#05 : Hiroshima, altre bombe, Dogo Onsen e la pista ciclabile più lunga del Giappone.
#04 : Animali, Fukuoka, Kitakyushu e Miyajima.
#03 : Nagasaki, Gunkanjima, le bombe e gli ostelli.
Fa ridere perché questo è solo il terzo post di questo blog e abbiamo già degli arretrati. Nello scorso post mi sono completamente dimenticato di parlare di Tomioka, la città che più ci ha voluto bene in assoluto!
Dunque, immaginatevi l'arrivo di due stranieri, in sella alle loro biciclette, in un piccolissimo e sperduto paesino portuale giapponese (una roba da 300 abitanti, per intenderci). E no, non stiamo parlando di due stranieri belli freschi e puliti: parliamo di due gaijin bagnati zuppi (mai presa così tanta pioggia e grandine), stanchi morti e soprattutto affamati. Ecco, questo è lo scenario con cui si sono aperte le nostre avventure a Tomioka.