Ahhh, Kyoto. Finalmente!
Appena arrivati in città, siamo subito stati accolti da una megasorpresa : Chiara, Federica e Orsola, tre nostre ex compagne di corso a Venezia ci hanno contattato la sera prima e ci hanno delicatamente imposto di passare a trovarle, offrendoci un comodissimo pavimento per i sacchi a pelo, una grandiosa doccia e soprattutto, una fantastica serata insieme! Senza neanche pensarci due volte, ci siamo subito diretti da loro, abbiamo mollato giù baracca e burattini (vedi : le nostre Specialized Tricross e tutta la roba che ci portiamo dietro) e, una doccia dopo, eravamo tutti e 5 in giro per Kyoto a far serata.
Si, in poche parole non stiamo facendo il giro del Giappone in bicicletta. Stiamo piuttosto facendo il giro dei nostri ex compagni di università dislocati qui e là in Giappone. Colpo di scena!
Il giorno dopo ci siamo svegliati ancora decisamente provati dalla serata precedente, siamo rimontati in bicicletta e abbiamo MOOOLTO LENTAMENTE percorso i pochi chilometri che ci separavano da Kyotokko (京都っ子), il nostro ostello per le tre notti successive.
Nonostante tutti i buoni propositi del mondo, quel giorno non siamo riusciti davvero a combinare nulla. Abbiamo quindi optato per un pomeriggio di relax in ostello e la sera, ci siamo dati appuntamento con... Danjyuuro e Kanna! Due dei ragazzi conosciuti nell'ostello di Nagasaki! E siccome la regola del "più siamo, meglio è" regna sovrana, siamo riusciti anche a vederci con Alessandra e Silvia (ex-compagna di università e una sua amica in visita) e ci siamo fatti una grande scorpacciata di Kushi-katsu.
Dopo la cena, io Sio e Danjyuuro siamo andati sulle sponde del fiume di Kyoto, armati di chitarra e armonica, a suonare e cantare fino a tardi.
Il giorno dopo, io e Sio ci siamo nuovamente divisi: lui si è rintanato in uno Starbucks a lavorare ed io sono uscito senza meta alcuna, solo con la mia adorata Fujifilm X-pro1.
Verso sera ci siamo rivisti e abbiamo iniziato a girare per i locali del bellisimo centro di Kyoto, finendo poi in un Darts Bar dove abbiamo conosciuto Mitsuhiro, barista e insegnante di freccette.
Il giorno dopo, finalmente, ci siamo dati a un po' di turismo, visitando per prima cosa Arashiyama, la famosissima foresta di bambù a ovest di Kyoto.
Una volta rientrati da Arashiyama ci siamo incontrati nuovamente con Danjyuuro e siamo andati a visitare il Kinkakuji, il tempio d'oro di Kyoto, probabilmente il più bello e famoso del Giappone.
Dopo la brevissima visita al tempio (si, siamo tre idioti e siamo entrati 5 minuti prima della chiusura) Danjyuuro ci ha chiesto se ci facesse piacere seguirlo e andare con lui alla presentazione dell'ultimo corto in cui ha recitato. Senza farcelo dire due volte l'abbiamo seguito all'interno dell'università di Kyoto e abbiamo assistito alla proiezione di "BU", un corto magnifico che parla di 5 persone a caso chiuse dentro una stanza senza motivo apparente, intente a capire chi di loro abbia appena petato. Siamo usciti dalla sala proiezioni con le lacrime agli occhi dal ridere ma soprattutto stupefatti dalla bravura di Danjyuuro nel calarsi nei suoi personaggi. Abbiamo poi cenato tutti insieme e ci siamo salutati, gli abbiamo regalato una maglietta della Babel Line e siamo tornati in ostello a dormire.
Il giorno dopo abbiamo caricato le bici, fatto chekc out e ci siamo preparati a lasciare Kyoto in direzione di Nagoya, ma non senza visitare ancora due cose : la sede della Nintendo (visitare è un parolone, visto che non si può entrare) e il Fushimi Inari, un tempio nelle montagne intorno a Kyoto famoso per il suo percorso PIENO di Torii.
Dopo il Fushimi Inari, siamo partiti alla volta di Nagoya. Due giorni di viaggio belli intensi, attraverso le montagne che separano le due città, piene di laghi, dighe e paesaggi splendidi. Il mattino del secondo giorno, mentre stavamo mangiando delle fragole per strada siamo pure stati riconosciuti da un cicloamatore che aveva letto di noi sul sito della Specialized e che si è fermato per chiacchierare un po' e farsi una foto con noi!
La sera del secondo giorno siamo arrivati a Nagoya, dove ci siamo fermati per 4 giorni. Dopo aver dormito la prima notte davanti al planetario più grande del Giappone, nel centro di Nagoya (ormai non c'è posto in cui non riusciamo a non mettere la tenda), abbiamo raggiunto "Minna no Ie" dove abbiamo pernottato i quattro giorni successivi.
Ora, lasciate che vi spieghi cos'è "Minna no Ie" : letteralmente "la casa di tutti", è una casa condivisa da due coppie sposate di persone bellissime, geniali ma soprattutto FELICI. Appena ci metti piede dentro, vieni investito da una sensazione incredibile di benessere e da quel momento SAI di essere a casa, con dei nuovi amici. E' difficile da descrivere come cosa, sul serio.
Vi basti pensare che nei 4 giorni successivi, tolto un pomeriggio passato a fare foto di street, siamo sempre stati con loro e siamo andati a parate sudamericane, concerti, cene. Ci hanno portati a suonare i Taiko in campagna, abbiamo suonato lo shamisen e lo sanshin fino a tarda notte con loro. Ma soprattutto abbiamo RISO tanto, tantissimo. E abbiamo trovato dei veri amici. E' stato bellissimo.
Volete la dimostrazione di quello che sto scrivendo? Vi basti sapere che per quei 4 giorni NON HO FATTO FOTO. A volte è meglio mettere giù la macchina fotografica e vivere appieno quello che ti succede invece che sempre doverlo rappresentare e catturare. Siamo usciti da Minna no Ie dicendo "ce ne andiamo con la scheda di memoria vuota ed il cuore pieno". Ed è vero.
Abbiamo così salutato con le lacrime agli occhi i nuovi amici di Minna no Ie, Koji, Maya, Macchan e Hanako, e siamo partiti verso il monte Fuji...
Il viaggio continua...